Fëdor M. Dostoevskij
Le notti bianche
Romanzo sentimentale dai ricordi di un sognatore
Mursia Ed. 1990
Ebbene sì, è arrivato il momento di un romanzo d’amore, in tutte le sue più articolate sfumature psicologiche. Una storia a specchio dove due persone giovani si incontrano per caso, si raccontano, comunicano tramite il linguaggio dell’ascolto e della condivisione. Due giovani che, in fondo, sembrano amarsi…
L’ incipit fa sognare e ci introduce nel setting suggestivo e incantato di Pietroburgo, sfondo ideale per gli incontri notturni dei due protagonisti:
Era una notte incantevole, una notte quale può forse capitare soltanto quando siamo giovani, mio amabile lettore. Il cielo era così stellato, così luminoso che, guardandolo, si era costretti a chiedere a se stessi, involontariamente: è mai credibile che possano vivere sotto un simile cielo persone irate e capricciose? Anche questa è una domanda da giovane, amabile lettore, da uomo molto giovane: ma che iddio ce ne mandi di simili più spesso, per rallegrarci l’animo!…
Il racconto delle proprie vite, oscillante tra la prima e la più neutra terza persona; il punto di ritrovo (il ponte) con la panchina complice; gli stratagemmi letterari usati, come le lettere d’amore e il messaggero amoroso e coinvolto; lo spillo nelle gonne che tiene unite nipote e nonna, in un vincolo tra il ridicolo e il soffocante; l’inganno della giovane che si fa sostituire dalla domestica sorda per godere di un attimo di libertà, rendono la storia piacevole e a tratti ironica, anche se sullo sfondo, la tristezza di un amore non corrisposto attraversa ogni momento della narrazione, anche quando sembra trionfare l’attrazione tra i due protagonisti.
Nasten’ka si innamora del giovane pensionante ospitato nella sua casa, gli confessa il suo turbamento e gli chiede di portarla via dalla soffocante tutela della nonna. Il giovane non accetta, sebbene non sia insensibile all’amore della ragazza. Deve andar via per motivi di lavoro, ma le promette che, passato un anno, tornerà a prenderla per iniziare una vita d’amore insieme.
Passa l’anno e l’uomo non si fa vedere. Si affaccia invece nella vita della ragazza il sognatore, il giovane generoso, attento e pronto a porgere alla ragazza la spalla su cui piangere e trovare conforto e ascolto…
Inizia un’intesa fatta di racconti, di complicità, forse di una forma nuova d’amore tanto che, ad un certo punto, il sognatore solitario svela alla ragazza la vera natura del suo sentimento, non già di pura amicizia, ma di innamoramento incontenibile.
Dopo quattro notti insonni, affollate di pensieri, riflessioni e illusioni, oltre che di disagio del cuore e del corpo, il destino fa il suo corso: i due giovani innamorati, Nasten’ka e l’inquilino, si ritrovano e l’amore passionale prende il sopravvento su qualunque altra finzione.
Il sognatore torna alla sua vita e, sebbene con una nuova consapevolezza di sé, continua a nutrirsi di solitudine, di sogni e di…ricordi.
“Forse era stato creato al fine
Di passare sia pure un attimo solo
Nella vicinanza del tuo cuore?…”
Ivan Turgenev
Luchino Visconti prende ispirazione dal romanzo di Fëdor Dostoevskij e gira un ammaliante film in bianco e nero, Le notti bianche 1957, con Marcello Mastroianni nei panni del sognatore, Maria Schell in quelli di Nasten’ka e Jean Marais nei panni del pensionante innamorato. Livorno prende il posto di Pietroburgo e la storia diventa tutta italiana.
Alla fine della fiera ci si chiede: ma cosa è mai l’amore? Quante facce può avere, quante maschere può indossare?
Sdrammatizziamo con Vinicio Capossela e la sua
Che cos’è l’amor?…
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